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Nel 2023 la popolazione indiana ha superato per la prima volta, quella cinese e ciò ha fatto da traino alla crescita economica del paese.

Con un PIL stimato a +6,1% quest’anno e +6,8% nel 2024, l’India si sta distinguendo per dinamismo e velocità di crescita economica.

Nel 2022 la Crescita è stata del 6.9%, trainata dai forti investimenti governativi e dalla crescita dei consumi interni, in particolare modo nei settori del lusso.

L’inflazione rimane alta al 6.7%, ma è prevista in riduzione al 5.2% nel biennio 2023-2024.

La lieve riduzione della crescita nel 2023 è dovuta ad un rallentamento della crescita nei consumi interni a causa dell’inflazione e della crescita dei costi delle materie prime e dell’energia e anche gli investimenti governativi avranno una decrescita dopo la fine della pandemia.

Rimane comunque una delle economie mondiali con maggior tasso di crescita.

“L’economia indiana continua a mostrare una forte resilienza agli shock esterni”, ha dichiarato Auguste Tano Kouame, direttore nazionale della Banca mondiale in India. “Nonostante le pressioni esterne, le esportazioni di servizi dell’India hanno continuato ad aumentare e il disavanzo delle partite correnti si sta riducendo”

Infine, le banche indiane godono di ottima salute e rimangono ben capitalizzate, sostenute dal miglioramento della qualità degli attivi e dalla robusta crescita del credito del settore privato.

L’India, quindi, sta battendo tutti gli altri Paesi per dinamismo e velocità di crescita economica e sociale (nel 2023 supererà la Cina in termini di abitanti), due premesse fondamentali per proiettare ampi margini di sviluppo per il settore edilizio, sia pubblico sia privato, e infrastrutturale e quindi per i consumi di materiali da costruzione, tra cui la ceramica.

Il centro studi MECS, nella sua recente ricerca, ha calcolato un potenziale produttivo totale per l’industria ceramica indiana che supera già oggi i 3,7 miliardi mq.

La produzione effettiva è aumentata fino al 2021 raggiungendo i 2,5 miliardi mq, letteralmente raddoppiando dal 2012, con un CAGR dell’8,6%. Nel 2022 si calcola che abbia subito un rallentamento a causa dell’impennata dei costi dell’energia che ha indotto diversi produttori del Gujarat a spegnere i forni per alcuni mesi. C’è comunque una dotazione di oltre 900 linee produttive, sempre più grandi ed efficienti, e questo corrobora le previsioni del centro studi MECS secondo il quale l’India arriverà a superare i 3,7 miliardi di mq di volumi produttivi nel 2026 (confermando così una crescita anno su anno vicina all’8%), con una domanda interna che assorbirà circa il 70% e un export destinato a superare il miliardo di metri quadrati.

Quest’ultimo è esploso in meno di un decennio, passando da poco più di 33 milioni mq del 2012 a oltre 483 milioni mq nel 2021, e proseguendo la sua corsa vertiginosa anche l’anno scorso: i principali operatori indiani intervistati stimano che la quota di esportazione abbia già raggiunto il 25% della produzione totale e che presto supererà il 30%. Molto dipenderà anche dal fermento del mercato interno delle costruzioni, i cui investimenti, già cresciuti del 18% nel 2021 e del 10,8% nel 2022, dovrebbero superare i 500 miliardi di dollari quest’anno per arrivare a oltre 600 miliardi nel 2025, il doppio rispetto al 2010.

Infine, a confermare l’effervescenza della crescita del mercato è il grandissimo numero di nuove imprese ceramiche, la maggior parte PMI sotto i 5 mil. € di fatturato, che rendono l’offerta iper-flessibile e dinamica.