Anche se, per molti versi, il 2020 è stato un “anno nero” per il settore ceramico, gli Stati Uniti sono riusciti comunque a contenere i danni, almeno per quanto riguarda l’industria nazionale.

Secondo i dati diffusi dall’U.S. Dept. of Commerce e di TCNA, le vendite totali di piastrelle negli USA sono calate del 3,5% a 263,6 milioni mq. Tuttavia, le vendite dell’industria ceramica statunitense nel mercato nazionale hanno continuato a crescere, registrando un +0,9% rispetto all’anno precedente.

I ricavi della vendita di piastrelle statunitensi si attestano intorno a 1,30 miliardi di dollari (-2.8% sul 2019), ossia il 39,3% del valore totale del mercato ceramico americano (37,6% nel 2019) e il prezzo medio è sceso da 16,66$/mq del 2019 a 16,03$/mq del 2020.

L’export

Quando si parla di export, i dati sono meno rosei. Per via dell’emergenza sanitaria e delle chiusure imposte in molti Paesi del mondo, le esportazioni statunitensi di piastrelle sono scese a 2,9 milioni mq (-2,4% sul 2019), di cui il 73,4% destinate al Canada e il 10,2% al Messico.

Di conseguenza, anche i ricavi hanno subito un calo, quantificabile in un valore del -12,6%.

L’import

Le importazioni in USA hanno subito un duro colpo nell’anno della pandemia. Questo perché, se da una parte gli Stati Uniti non hanno subito grandi chiusure e blocchi produttivi, mantenendo attiva la produzione, dall’altra i maggiori Paesi esportatori verso gli USA hanno vissuto settimane di rigido lockdown.

In particolare, il blocco in Spagna, Messico e Italia ha generato una flessione del 22,9% nel maggio 2020; la situazione è migliorata nella seconda parte dell’anno, chiudendo il 2020 con un -5,3%.

Significativa anche l’uscita dal mercato USA dell’export cinese, crollato del 98,2%, per le politiche introdotte dagli Stati Uniti circa i dazi.