Il Brasile è uno dei Paesi più in vista sul mercato della ceramica. Tuttavia, così come tanti altri colossi mondiali, anche il Brasile ha subito un duro colpo per via della pandemia, che ha quantomeno rallentato alcuni settori.

I dati parlano chiaro: la chiusura degli impianti industriali nei primi mesi del 2020 ha generato un calo della produzione di piastrelle, scesa a 840 milioni mq (-7,6% sul 2019). Anche le esportazioni hanno registrato un calo netto, pari al -5,7% sul 2019. Tuttavia, il 2020 brasiliano è stato, nonostante tutto, un anno con segno positivo rispetto alle vendite: queste, infatti, sono salite a 920 milioni mq (+2,7%), grazie all’ascesa della domanda sul mercato domestico nel secondo semestre.

Il trend continua ad essere positivo e la conferma è stata registrata nel primo quadrimestre 2021. L’export brasiliano di piastrelle è cresciuto del 45% in valore e del 48% in volume rispetto al primo quadrimestre del 2020.

Gli altri mercati

Il 2020 è stato sì un anno difficile per le aziende, ma ci sono stati diversi casi in cui i danni sono rimasti “contenuti”. Oltre al Brasile, anche gli Stati Uniti sono riusciti a “tamponare” l’effetto Covid sulla vendita delle piastrelle, almeno per quanto riguarda l’industria nazionale.

Stando ai numeri diffusi dall’U.S. Dept. of Commerce e di TCNA (ne abbiamo parlato nel dettaglio qui), le vendite totali di piastrelle negli USA sono calate del 3,5% a 263,6 milioni mq.

Al contempo, però, le vendite dell’industria ceramica statunitense nel mercato nazionale hanno continuato a crescere, registrando un +0,9% rispetto all’anno precedente. I ricavi della vendita di piastrelle statunitensi si attestano intorno a 1,30 miliardi di dollari (-2.8% sul 2019), ossia il 39,3% del valore totale del mercato ceramico americano (37,6% nel 2019) e il prezzo medio è sceso da 16,66$/mq del 2019 a 16,03$/mq del 2020.