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La ripresa dei colorifici spagnoli continua: stando alle rilevazioni di ANFFECC, nel secondo trimestre 2021 sono stati raggiunti i 417 milioni di euro, con un +11,5% rispetto al primo trimestre dell’anno.

Di questi 417 milioni, circa 131,8 milioni sono stati realizzati sul mercato spagnolo (+12,5%), mentre la restante parte (285,3 milioni) è frutto del mercato dell’export (+11,1%). Rispetto all’export, i Paesi che hanno acquistato di più dai colorifici spagnoli sono stati Italia, Algeria, India, Turchia, Marocco e Brasile.

Se, da una parte, il mercato dà segnali incoraggianti per una ripresa solida, dall’altra i responsabili del settore temono l’aumento eccessivo dei costi di materie prime, energia, trasporti e diritti di emissione di CO2.

L’aumento dei costi preccupa la crescita

Sempre secondo le stime dell’associazione di categoria ANFFECC, il primo problema è il costo dell’elettricità, ai picchi massimi da qualche mese. Ad aggravare il quadro, rincari anche superiori al 25% per altre fonti energetiche, come il gas naturale.

Non solo energia, però: il caro prezzi si è fatto sentire anche per le materie prime: +200% i composti di litio; +100% l’ossido di stagno; +75% per wollastonite e ossido di cobalto; praseodimio e ossidi di zirconio, di titanio, di ferro o il carbonato di bario tra +40% e 50%.

Il 2020 dei colorifici spagnoli

Avevamo già parlato dei colorifici spagnoli e, in generale, del 2020 della Spagna.

Il 2020 è stato chiuso con ricavi totali pari a 1.256 milioni di euro, segnando un calo del 5,3% sul 2019. Questo dato, però, deve essere contestualizzato, tenendo in considerazione che, nel secondo trimestre del 2020, il mercato ha subito una flessione del -37% rispetto al 2019, per via delle chiusure imposte per la pandemia.

Il recupero, dunque, appare ancora più rilevante e migliore delle previsioni.